Il ritrovamento della testa di Zeus è importante perché racconta il lavoro preciso e di cesello degli scultori nell’antica Afrodisia
Chissà cosa avrebbe pensato il Dott. Jones, o meglio Indiana Jones, trovandosi davanti a una testa di Zeus in marmo di età romana, risalente al II o III secolo d.c. e alta 66 centimetri.
Sicuramente avrebbe sgranato gli occhi per la meraviglia per il volto del dio del cielo e del tuono del Pantheon, come i suoi “colleghi” archeologi dell’università di Istanbul e dell’istituto archeologico tedesco che hanno scavato in Caria, nell’Anatolia occidentale.
L’antica città di Afrodisia si sviluppò a partire da insediamenti preistorici che si erano stabiliti sulla collina dell’acropoli e presso il settore nord della città, dove più tardi sorse il tempio di Afrodite. Un abitato preistorico con tracce di frequentazione fino all’epoca ellenistica sorse anche sulla vicina altura di “Pekmez Tepe”. Nel tardo periodo ellenistico lo sviluppo urbano avvenne invece nella zona intorno all’agorà. In epoca romana la città si sviluppò intorno a questi nuclei abitati.
“Tornata alla luce del sole dopo secoli, la testa di marmo mostra lo splendore di Zeus, il dio più potente e importante della mitologia greca”, ha dichiarato in un comunicato il ministro turco della cultura e del turismo, Mehmet Nuri Ersoy.
La scoperta è avvenuta vicino al tempio di Afrodite, nell’antica città di Afrodisia. Questo tempio, dedicato alla dea dell’amore e della bellezza, era un luogo di culto durante l’antichità e venne costruito nel corso del I secolo a.C., su un più antico luogo di culto dedicato alla dea Afrodite. Il temenos (recinto sacro) venne completato solo nel II secolo sotto l’imperatore Adriano. Alcune tracce di mosaici ellenistici hanno tuttavia fatto ipotizzare la presenza di un edificio templare precedente a quello di epoca romana.
Il tempio aveva otto colonne in facciata (“ottastilo”) e tredici sui lati lunghi ed era di ordine ionico. Su alcuni fusti delle colonne sono ancora iscritti i nomi dei donatori che offrirono il denaro per la loro erezione al momento della costruzione dell’edificio.
La statua di culto del tempio è stata identificata con una statua rinvenuta nei pressi all’inizio degli scavi, nella quale Afrodite è raffigurata in modo molto simile all’Artemide del santuario di Efeso.
La testa di Zeus con traforo sui capelli e sulla barba, spiegano gli archeologi, rappresenta il magnifico lavoro dei laboratori di scultura di Afrodisia. Un lavoro di fine cesellatura che conferisce un’immagine divina e un effetto potente.
S.M.R.